Francesca Santucci

IL GATTO

(Traduzione da Emily Brontë Dévoirs di Bruxelles, Le chat)

 

 

 15 maggio 1842

Il gatto

Posso dire con sincerità che amo i gatti, quindi posso  fornire  ottime argomentazioni in loro favore contro coloro che a torto li odiano.
Un gatto è un animale che ha più sentimenti umani di qualsiasi altro essere. Non possiamo paragonarlo al cane, che  è di gran lunga più buono,  ma il gatto, sebbene differisca fisicamente  in alcuni punti, è estremamente simile a noi nella disposizione.
Qualcuno, in verità, potrebbe dire che questa somiglianza esiste solo  con gli uomini più cattivi, che è circoscritta al suo eccesso di falsità, crudeltà e ingratitudine, vizi deprecabili nella nostra razza e similmente  odiosi in quella dei gatti.
Senza contestare i limiti che questi individui attribuiscono alla nostra affinità, io rispondo che se la falsità, la crudeltà e l'ingratitudine sono esclusivamente prerogative dei malvagi, questa classe riguarda tutti; la nostra educazione sviluppa una di queste qualità in grande perfezione, le altre prosperano senza cura e, lungi dal condannarle, le guardiamo tutte con grande indulgenza.
Un gatto, per suo interesse, a volte nasconde la sua misantropia sotto l'apparenza di piacevolissima arrendevolezza; invece di strappare ciò che desidera dalla mano del suo padrone, si avvicina con un'aria carezzevole, strofina la sua graziosa testolina contro di lui e allunga una zampa, il cui tocco è morbido come l’ovatta. Quando ha raggiunto il suo scopo, ritorna alla sua riservatezza, e questo suo garbo è chiamata in lui falsità, in noi stessi gli diamo un altro nome, è l’ipocrisia, e colui che non la userebbe per nascondere i suoi veri sentimenti sarebbe presto scacciato dalla società.

(Trad. Francesca Santucci)

 

 

 

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