Francesca Santucci

 

LA CICOGNA DISTRATTA

(dall'antologia  "Sotto l'ombrellone...ti racconto una favola", di AA.VV,  vol. I, Apollo edizioni 2016)

 

Al piccolo Nikolaj

 

Cari bambini e care bambine, vi racconto una storia, di una cicogna distratta, ma così distratta, che tutte le sue compagne l'avevano soprannominata "Smemorina", ma ponetevi all'ascolto e scoprirete che pasticcio un giorno d'estate combinò accadendo che, per la gran confusione, occupata a sistemarsi un bel fiocco rosso, prendesse una strada errata tra le vie del cielo.
Come già saprete, i bambini sulla terra li portano le cicogne, che vivono in una grande casa alta quasi fino alle nuvole, accanto ad una fonte azzurra e cristallina che riempie l'aria dei suoi suoni scroscianti e melodiosi. Le cicogne sono governate dalla Grande Cicogna Madre che si occupa di assegnare i voli, e lì in cielo c'è sempre un gran via vai di piccolini da consegnare.
Ogni neonato, per affrontare il viaggio, viene avvolto in una tiepida copertina e poi, insieme a piccoli oggetti di corredino (un succhietto, un biberon col latte, un cambio di pannolini, un sonaglino musicale), amorevolmente disposto in un robusto telo, ben annodato al forte becco della cicogna incaricata di portarlo a destinazione, ma quella volta, ahimè,  capitò che la cicogna Smemorina non consegnasse il bambino ai genitori, ma furono i genitori che dovettero andare a prendere il loro figliolino.
Ebbene, quel giorno- era il 9 agosto- c' era un gran trambusto, cicogne che andavano e venivano da una culla all'altra, neonati dal colorito roseo, ambrato, paglierino, paffutelli, grassocci, mingherlini, creaturine vestite di rosa, di celeste, di giallo, di verde, teneri fagottini che piangevano, strillavano, strepitavano, scalciavano, e via di qui, via di là tutti erano in gran subbuglio e agitazione, fra arrivi e partenze, partenze e arrivi delle cicogne addette ai voli. E pure la Grande Cicogna Madre che presiedeva agli smistamenti era in ansia, perchè i piccolini da far giungere alle case dei loro genitori erano davvero tanti.
-Su, su, forza, ragazze!- La Grande Cicogna Madre sollecitava le cicogne postino impettita e fiera, battendo e ribattendo le ali, sgranando gli occhi dietro gli occhiali ben appuntati sul becco che faceva schioccare in continuazione, dimenando a destra e a sinistra il capo adornato da una cuffietta simile a quella delle cicogne postino, ma di diverso colore. E qui e là e qui e là arrivi e partenze, partenze e arrivi, in gran concitazione.
La cicogna Smemorina, un po' fatua e birichina, dimenando l'estremità del corpo, su cui aveva appena appuntato un bel fiocco rosso, attendeva che la Grande Cicogna madre le assegnasse il bimbo da consegnare.
-Mi piace così tanto librarmi tra le nuvole, spiegare le mie ali lunghe e forti, innalzarmi nell'aria battendole regolarmente, tendere il collo in avanti, distendere le zampe dietro il corpo e volare, volare, volare, veloce, veloce, veloce, ma ben attenta a non lasciar troppo ondeggiare il prezioso contenuto che stringo nel becco!  E questa volta il viaggio di ritorno sarà ancora più bello, perché avverrà il 10 agosto, la notte di san Lorenzo, volerò fra le stelle cadenti che, come minuscole fiammelle, a mille a mille brilleranno nel cielo blu!  Ah, ma dovrò fare bene attenzione a non perdere il mio bel fiocco nuovo!  - Pensava sognante e svagata la cicogna Smemorina nell'attesa!
Finalmente arrivò il suo turno. Avvolse ben bene nelle fasce il fagottino, lo annodò stretto stretto al becco e s'involò tra le nuvolette bianche e le nuvolette azzurre, tra le nuvolette rosa e le nuvolette d'oro riscaldate dai tiepidi raggi del sole del primo mattino, sorvolando monti, valli, fiumi e mari, ché lungo era il tragitto, ma per tempo doveva arrivare per affidare il tenero piccolino ai genitori che lo attendevano con gioia e trepidazione, poi, effettuata la consegna, avrebbe ripreso di nuovo di corsa la via del ritorno.
Ma quel giorno qualcosa non andò per il verso giusto perché,  giunta a destinazione, la cicogna Smemorina contro l'azzurro del cielo non vide affatto stagliarsi, immersa nel verde della campagna, circondata da grandi montagne, la bella casina rosa col comignolo sbuffante di fumo, fuori la quale i genitori del piccolo erano già in attesa, ma un grande edificio grigio dove, affidati a tante balie, si trovavano radunati bambini delle più diverse età, chi dormiva nella culla, chi beveva il latte, chi giocava tranquillo, chi si lasciava cullare da compassionevoli braccia.
La cicogna Smemorina restò un attimo perplessa di fronte alla custode dell'edificio che tendeva le mani per accogliere il nuovo arrivato, si grattò a lungo la testa, lesse il biglietto consegnato dalla Grande Cicogna Madre, lo lesse di nuovo (ma a fatica, perché quel giorno, per pensare al fiocco, aveva dimenticato di prendere gli occhiali), e ad alta voce pensò:
-Ohibò, ohibò, ohibò, e no, e no, e no, non ci sono dubbi, no, c’è scritto che il piccolino deve arrivare a San Giorgio, e qui c’è il lago San Giorgio … o era San Lorenzo … no, no, era San Giorgio … il lago San Giorgio, il posto è questo … strano … mi sembrava di aver capito che ci sarebbero stati una mamma e un papà ad attenderlo… Ma, comunque, questo è l’indirizzo, e qui devo lasciarlo.-Detto fatto consegnò il piccino alla custode dell' edificio grigio, lasciò cadere qualche lacrima sul suo becco (ché sempre si commuoveva quando doveva separarsi dal neonato di turno!), si sistemò il fiocco nuovo che, durante il lungo volo, si era un po' sciupato, e poi scappò via, di nuovo di corsa per effettuare altre consegne.
Intanto i genitori del piccino attendevano, attendevano, ma il loro piccolino non arrivava.
E
attesero ore e giorni, sempre sperando di veder apparire nel cielo la cicogna col bimbo, ma nulla, e non si davano pace del ritardo, finché ebbero l’idea di invocare l’Angelo delle cicogne perché li aiutasse. Allora si recarono su un’altura, rivolsero gli occhi al cielo, giunsero in preghiera le mani e cominciarono a chiamarlo a gran voce implorando il suo benevolo aiuto. E l’Angelo delle cicogne subito accorse a quei richiami accorati e li ascoltò e solenne assicurò che avrebbe effettuato tutte le ricerche del caso, che avrebbe mosso mari e monti, che sarebbe andato fino in capo al mondo, ma che avrebbe ritrovato il loro piccolino. Arduo, però,  fu cercare fra tanti luoghi dove mai fosse finito il neonato, difficile scovare fra tutte le cicogne addette ai recapiti a quale fosse stata affidata quel giorno la consegna del bimbo in questione!Ma cerca e ricerca finalmente fu rintracciata la cicogna Smemorina che, tempo addietro, aveva personalmente consegnato il bimbo…ma dove?... Non lo ricordava più!...E pensa e ripensa, cerca e ricerca negli archivi e fra le carte, finalmente  si comprese: per errore  il neonato era stato consegnato non in località “San Giorgio”, ma a “Lago San Giorgio”. Saputo ciò, l’Angelo immediatamente volò dai genitori e li informò dell’accaduto, e minuziosamente descrisse il luogo dove si trovava il loro piccino. Subito i genitori, scortati dall’alto da una pattuglia di cicogne, guidata in testa dall’Angelo delle cicogne, dalla Grande Cicogna Madre e dalla cicogna Smemorina (mortificata e avvilita come non mai!), si posero in cammino, attraversarono fiumi tumultuosi, vallate interminabili, luoghi impervi, affrontando fatiche di ogni genere lungo il tragitto, e, proprio quando ormai disperavano di farcela (ché troppo difficile sembrava il viaggio), finalmente, giunsero a Lago San Giorgio e poterono riprendere il piccolino che fu deposto dall’Angelo in persona fra le braccia amorevoli della sua mamma ora, finalmente, felice insieme al suo sposo.
La cicogna Smemorina a tutti promise solennemente che mai e mai più si sarebbe distratta e, per farsi perdonare dalla mamma del bimbo, generosamente le fece dono del suo bel fiocco rosso.

La mia fiaba, "La cicogna distratta",  è stata regalata dall'insegnante Maria Cinquegrana ai suoi alunni dell'IC Brembate di Sopra nell'ambito dell'iniziativa "Libriamoci" 2015.

http://www.icbrembatesopra.gov.it/articolo/libriamoci-ti-regalo-una-storia

 

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