Messaggi dall'antichità

Saggio sul passato e sul concetto di antichità

 

di Francesca Santucci

edizioni  Kimerik, settembre 2005


(13 x 20 - 184 pagine - Euro 14.00)
 

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Simile ad un mosaico è il presente, ed ogni sua tessera è un frammento di passato nel quale sovente andiamo a spigolare, certi di ritrovare insegnamenti sempre validi, perché gli antichi sono i nostri padri, che continuano a tramandare lezioni indimenticabili, di civiltà, di tradizione, di progresso, ad inviare chiari messaggi di incommensurabile valore che pure, talvolta, tardiamo a comprendere, basti pensare al messaggio per eccellenza, quello di tolleranza, comprensione, amore, pace, che, a dispetto dei secoli, riverbera d’illuminante luce: la parola di Gesù.
Dunque il passato non è mai morto; fiaccola sempre accesa ad illuminare il cammino dei secoli, palpitante di vita rifluisce, preservandosi miracolosamente anche là dove non è immediatamente visibile; conoscerlo (tra storia e leggenda, riti e miti) significa,  dunque,  penetrare più a fondo nelle nostre radici, per essere maggiormente consapevoli del presente e porre le basi per un futuro migliore.
Il passato, in fondo, non è altro che l'alba dei giorni futuri.

 

Francesca Santucci

 

 

...Come d’incanto, la penna dell’autrice si trasforma in una sorta di bacchetta magica e fa rivivere, al nostro sguardo stupito, atmosfere d’incredibile impatto emotivo, diradando prepotentemente i nebbiosi sipari che offuscano situazioni, eventi, vicende, luoghi meritevoli, per il loro elevato significato, di esplicativa chiarezza.
Eccoci, così, in volo nei regni dell’antica Roma, figlia prediletta della grande madre Grecia, ad esplorarne aspetti fondamentali, da quelli solo apparentemente più frivoli (come la toletta) a quelli sociali (l’istruzione e l’educazione, il matrimonio, il culto dei morti) maggiormente espressivi di una civiltà che ha lasciato tracce profondissime, pur nelle sue naturali contraddizioni.
Non manca il gustoso richiamo all’elemento magico, intimamente radicato nell’uomo e tuttora presente, lo si voglia o no, nella nostra coscienza individuale e collettiva.
Quanto avvincente lirismo, poi, nei capitoli dedicati a due figure poetiche basilari nella storia dell’Ars Poetica, Ovidio e Catullo, maestri indiscussi nella manifestazione letteraria del sentimento per eccellenza, l’amore.
L’amore (per passione o per calcolo che sia), argomento frequentemente privilegiato dalla Santucci nei suoi scritti, si palesa, ancora, nello scorrere lieve delle pagine, in tutta la sua immancabile (oserei dire necessaria) componente tragica, grazie all’avvincente narrazione che conduce alla riscoperta di romantiche figure, consegnate all’immortalità, fonte d’ispirazione per schiere d’artisti, come quelle di Leandro ed Ero, Didone ed Enea, Giuditta ed Oloferne...

(dalla prefazione di  Giuseppe Risica, poeta e scrittore)

Messaggi dall'antichità


Il passato vivente di Francesca Santucci

 

“Siamo dei nani sulle spalle dei giganti”, è la citazione posta in apertura – ed è anche la chiave di lettura - del più recente libro di Francesca Santucci, Messaggi dall’antichità. Saggio sul passato e sul concetto di antichità (Kimerik Edizioni, pag. 182, euro 14). Questa fede nel passato, fondamento e maestro del presente, guida verso il futuro, è esplicitamente dichiarata dall’autrice nella sua nota di apertura al libro. Una dichiarazione che, visti i tempi che corrono, considerata l’ossessiva e petulante corsa, in ogni sede, verso una generica e non meglio definita “modernità” - pericolosa proprio per la sua genericità ed indefinitezza, per il suo calpestare ogni ideale ed ogni fatica dei padri – è certo ammirevole e coraggiosa.
Il libro si articola in dodici capitoli, ciascuno dei quali costituisce un breve saggio in sé compiuto. Esemplare a questo proposito già il primo capitolo, “Canto la storia di Leandro ed Ero”, nel quale il mito dei due innamorati è raccontato con passione, ma anche con rigore e ricchezza documentaria. Ne vengono esaminate le fonti e le tradizioni poetiche, dal più antico Museo ai latini Virgilio ed Ovidio, nonché le fortune nelle epoche successive, dall’omonimo poemetto cinquecentesco di Christopher Marlowe alle riproposizioni in campo pittorico (dai secenteschi Fetti, Regnier e Gimignani fino al visionario Turner), alle rielaborazioni in campo musicale (Grillparzer e Boito). Così nel successivo capitolo “Istruzione ed educazione nel mondo romano”, ricco di notizie – tra le quali anche la trattazione dei diversi materiali scrittori, dalle tavolette cerate al papiro, alla pergamena –, dotato di un utile glossario finale, e tuttavia di assai piacevole lettura. Seguono capitoli dedicati alle procedure di igiene quotidiana, alle usanze matrimoniali, alle credenze magiche e superstiziose, al culto dei morti nella Roma antica.
Quindi tre saggi dedicati alla grande poesia d’amore dell’antichità, quella immortale di Ovidio, di Catullo, del Virgilio che ci racconta Didone. Poesia e tematica che sembrano particolarmente congeniali all’autrice – ma a chi non lo sono? – la quale ha personalmente tradotto nella nostra lingua, facendoli rivivere con maestria poetica, gran numero dei passi latini in essi riportati. Poi una storia di morte, la catastrofe di Pompei, distrutta dal Vesuvio, a proposito della quale la Santucci, quasi volesse suggerire che, affinché il passato sia davvero vivo, il passato deve essere ascoltato, così conclude: “E’ il silenzio che si addice alle commoventi rovine di Pompei, un rispettoso silenzio, perché nelle sue strade aleggia e aleggerà per sempre l’ombra tragica di tutte le vittime che non riuscirono a scampare alla furia distruttiva del vulcano, che potrebbe risvegliarsi con la stessa violenza e causare nuovamente un numero incredibile di morti dal momento che, dimentico della lezione già impartitagli dalla natura, l’uomo, in selvaggia speculazione edilizia, ha continuato a riedificare proprio nei luoghi di quella spaventosa tragedia dell’antichità” (pag. 144).
Il libro si conclude con due trattazioni originali, che aprono problemi e storie nuove trasportandoci, tra l’altro, nella prospettiva successiva al diffondersi in Occidente del cristianesimo: nel primo, “Le parole di Gesù nei secoli dei secoli”, l’autrice esplicitamente pone l’accento sul messaggio di “tolleranza, comprensione, amore pace” che riverbera nella parola del Cristo; nel secondo, “Giuditta e Oloferne”, l’accento è posto, da un lato, sull’influsso profondo e costante che il messaggio biblico ha avuto sull’arte, dall’altro su questa possente e complessa figura di donna e, insieme, sulla rivisitazione pittorica della sua epopea.
Una esauriente bibliografia conclude la fatica di Francesca Santucci, una fatica piacevole, crediamo, perché condotta a termine con convinzione, partecipazione e conoscenze profonde e soprattutto perché concretata in un linguaggio scorrevole ed avvincente, sia per il lettore avvezzo a questi argomenti, sia per quello che li affronta per la prima volta.

(recensione di Eleonora Bellini)

 

 

INDICE

 

Canto la storia di Leandro e d’Ero                              

Istruzione ed educazione nel mondo romano              

La toletta romana                                                          

Il matrimonio nell’antica Roma                                   

Superstizione e magia presso i Romani                       

Sit tibi terra levis                                                          

Il cantore dei teneri amori: Ovidio                               

L’amore di Catullo                                                       

Didone: donna e regina                                                  

Una tragedia dell’antichità: Pompei                              

Le parole di Gesù nei secoli dei secoli                          

Giuditta e Oloferne      

 

Qui per leggere subito:

Giuditta e Oloferne 

Superstizione e magia presso i Romani  

Una tragedia dell’antichità: Pompei  

Le parole di Gesù nei secoli dei secoli  

 

 

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