Francesca Santucci

 

SEMPRE CON ME

(Antologia AA.VV., "Poesie e lettere d'amore",  Kimerik 2020)

 

Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili,

tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime.

Sant'Agostino

 

 

Otto dicembre: quindici anni dall’ultima volta che ti vidi, madre mia, stella cadente alla vista scomparsa ma la cui scia ancora nel cielo riverbera.
Ogni tanto mi affaccio alla finestra sperando di vederti comparire, sperando di vedere l’oro dei tuoi capelli che offusca i bagliori delle luci natalizie e illumina a giorno questo nebbioso paesaggio invernale, il tuo sorriso raggiante nel rivedermi, il verde dei tuoi occhi che supera quello del più brillante smeraldo.
Spero che lo squillo del campanello mi annunci il tuo arrivo: sei qui, finalmente! Mi precipito ad aprire la porta, la spalanco … ma rimango delusa come una bambina.
Torno alla finestra, la richiudo e resto con il naso schiacciato contro il vetro gelido, con il cuore di fuoco, gli occhi velati da calde lacrime a viva forza trattenute, a guardare la strada vuota della tua presenza: non ritornerai.
Quindici anni senza di te: un sogno, un incubo, un atroce strappo, una lama conficcata nel petto la tua assenza! E ancora non mi rassegno, e ancora sono un grumo di dolore. Respiro a fatica, mi tremano le mani, mangio poco, dormo male, a fatica cammino, a tentoni procedo.
Tu già c'eri quando venni al mondo, difficile è continuare a vivere ora che non ci sei più, tu, fragile fiore di serra alle tempeste esposto, tu, con la tua bellezza, con il tuo garbo, con la tua gentilezza, con la tua amorevolezza: nessuna mai come te!Tu, viva oggi più che mai, viva più di tanti vivi che, invece, nel mio cuore già da tempo morti giacciono, tu, mia luce, vivida risplendi.
La tua scomparsa ha scavato una voragine nella mia esistenza, è pena perenne che più forte si rinnova ad ogni mesto anniversario, pensiero fisso e costante radicato nei meandri più profondi della mia mente. Sempre troppo gravoso è affrontare il nuovo giorno, arduo convivere con lo sgomento per la tua precoce dipartita, oppressa da un persistente affanno che mai mi abbandona, che mi segue in ogni momento, in ogni luogo, ben radicato in ogni fibra del mio corpo.
Vaga consolazione è il ricordo delle ore trascorse con te.
Amara certezza è la nostalgia che mi riempie il cuore.
Triste consapevolezza è che non ritornerai, che mai più ti rivedrò nella cara forma!
Mi dicevi: “Ricorda, nessuno ti amerà come ti amo io!”.
Io dico: “Nessuno continuerà ad amarti come continuo ad amarti io”.
Sei dentro di me, ora è come se fossi io la madre e tu la figlia in me germogliata.
Ti porto con me ovunque vada, ti porterò con me fino alla fine del mio percorso, così come, alla fine del tuo, morendo anche una parte di me, mi hai portato con te, ovunque Tu sia andata.

(8/12/2019)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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