Francesca Santucci

 

 

Siccome fragore di mare lontano

raccolta poetica

 

 

(Francesca Santucci, Siccome fragore di mare lontano, Apollo edizioni 2021, pp. 108 con immagini, 10,00)

 

 

 

 

Malinconie, nostalgie, tristezze, ansie, improvvise a sorprendermi giungono. Prepotenti da lontano le sento arrivare, siccome fragore di mare lontano. Come l’onda spumeggiano, si distendono, si dilatano, s’allungano a ghermire.
Inerme le accolgo, mi lascio sopraffare e, consolatoriamente, scrivo, perché la Poesia ha questo compito sublime di prendere tutto il dolore che ci spumeggia e ci romba nell’anima e di placarlo, di trasfigurarlo nella suprema calma dell’arte, così come sfociano i fiumi nella vastità celeste del mare.

Francesca Santucci

 

 

 



 

Presentazione

 

Fra lacrime e sangue/ e sudore e dolore/ in chiarità ad accogliermi /trovai le braccia morbide/ ed il nettare,/dolce nutrimento, /delle mammelle candide,/ ed il sorriso/ di mia madre luminoso.
Nella scrittura di Francesca la voce del ricordo ci trasporta in un mondo dove la bellezza della vita emerge in tutta la sua fragilità nutrita da dolci mammelle. 
Al cospetto dell’eternità la nostra esistenza appare finita ma animata da momenti d’infinita beatitudine che solo un bimbo in braccio a una madre, con lo sguardo rivolto al mistero, può farci provare.
Nella poesia tutto é lambito da frammenti di sensazioni che oltrepassano i limiti dello spazio e del tempo per farsi illuminanti presenze, ricordi, solitudini.
La capacità dell’autrice è quella di vivere al confine fra la vita e la morte intessendole fra luci e ombre della natura. Luoghi dell’anima e luoghi della natura dove l’immagine di un candido e fragile bucaneve irrorato dal pianto imbocca il tragitto della poesia, per restituirci la vita sorretto dai timidi raggi di sole di un tempo che reclama il suo tempo.
Emerge il pensiero di una vita altrove eppure presente in quelle stanze segrete dei sentimenti immortali, finiti nel corpo, ma eterni nel tempo, fra le pieghe di pagine eteree e carnali di artisti e scrittori.
Profumi al chiaro di luna e torna ancora l’eterno rifugio ancestrale della parola poetica pervasa da un vitalismo carico di tenerezza fra i colori e i profumi di imberbi boccioli. 
Ogni stato d’animo è un candido fiore: bucaneve, mughetto, giglio.
Urgenze spirituali che si fanno natura, giardino dell’anima, luoghi incontaminati, dove neppure il dolore impedisce alla pianta di germogliare.
Francesca tocca le corde più profonde dei paesaggi interiori, ma lo fa con levitá, generosità, leggerezza, donandoci uno spazio nel ventre di una madre e speranza fra le foglie d’autunno.
L’aria, l’acqua, il fuoco, per giungere ad un mondo in trincea dove emerge l’insopprimibile contraddittorietà della vita. L’ebbrezza di una natura che rinasce e l’amara delusione di una vita che sparisce. Ma, nonostante il vento, la tempesta, la neve, c’è sempre un candido fiore che inneggia all’amore.

Paola Dei 

 

 



 

 

 

 

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