Napoli di ieri

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edizioni A.L.I. Penna d'Autore, 2005
 139  pagine-   Prezzo: 10,00 euro

 

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Fra il sogno e la realtà, il ricordo e la memoria, la fantasia e la fantasticheria,  Napoli di ieri in questi racconti, soprattutto i napoletani di ieri, sempre in sospensione, ancora oggi, fra  il  sacro ed il profano, il serio ed il faceto,  il dramma e la farsa (Oggi sto tanto allere ca quasi quasi me mettesse a chiagnere, recita la canzone), perché non dimenticano le loro due anime: quella greca, la cui cultura elaborò grandi tragedie universali, quella latina, che diede vita alle atellane e ai fescennini.
E nemmeno dimenticano d’essere stati assoggettati agli Spagnoli  e, dunque, nei loro caratteri  conservano pure certi tratti cerimoniosi, appunto “spagnoleggianti”, di quel popolo.
Immutata resta nel tempo, oggi, come ieri, la loro umanità.

Francesca Santucci

 

    Natale a Napoli


   Non addio, meravigliosa nonna!

 

 

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Antonia Chimenti, "Una lettura di Napoli di ieri"

( articolo pubblicato sul giornale "Trentatregiorni", aprile 2006)

 

Di Napoli e di ciò che tale città con la sua storia millenaria e le antichissime tradizioni ha rappresentato nel tempo, sembra che ormai sia stato detto tutto ma qualunque nuovo testo al riguardo va invece ad aggiungere nuove sfaccettature a questo prisma che continua da sempre a rifulgere di luce propria.
E’ così, infatti, per i ventisei godibilissimi racconti contenuti nel libro di Francesca Santucci Napoli di ieri (edizioni Penna d’Autore, 2005, pp. 139) che attraverso uno stile sobrio e scorrevole, una sottile ironia e un celato buonumore, riescono a captare sin dall’inizio l’interesse del lettore, sia egli partenopeo o meno.
Dai racconti trapela, prima di tutto, l’amore viscerale che l’autrice, napoletana di nascita e bergamasca d’adozione, poetessa e scrittrice di squisita sensibilità, peraltro ideatrice e curatrice di uno fra i più bei siti web di letteratura presenti in Internet (www.letteraturaalfemminile.it), nutre da sempre nei confronti della propria città natale e che, sebbene lontana per distanza chilometrica, è più che mai viva nel suo cuore attraverso il ricordo fornitole dalle sensazioni sfumate e dalle emozioni ancora intatte dell’infanzia.

(Maddalena De Leo)

("Napoli di ieri" è stato recensito da Maddalena De Leo sulla rivista  " Leggere Donna", Tufani editrice, anno XXV (n. 136), nuova serie n. 118, settembre-ottobre 2005).

 

...Un narrare dunque che è al tempo stesso uno spaccato della Napoli di alcuni decenni or sono, con le sue figure caratteristiche e magari anche i suoi figuri, le sue abitudini, quell’atmosfera un po’ caotica, un po’ creativa e un po’ fatalista che è l’anima segreta di questa straordinaria città.  Gusto popolare e insieme stile vivido e mosso del racconto decadentista, con il suo gusto per il misterioso, l’ambiguo, l’ambivalente, il colpo di scena, il quadretto tipico, che Francesca padroneggia con molta competenza scrittoria, da profonda conoscitrice di quel periodo storico e di quella letteratura.  E’ dunque, insieme a un omaggio alla madre, anche un omaggio alla sua Napoli…

(Gianmario Lucini) 

 

Carissima Francesca,

da circa un'ora ho ricevuto i tuoi libri, che ho qui davanti, sulla scrivania, e ti posso giurare che li ho divorati, ripromettendomi di rileggerli ancora. Sono fiero, sono veramente fiero di te! Sei tutto quello che avrei voluto rappresentare io per gli amici, per i parenti, per tutti, ma sono altrettanto felice perchè oggi tu hai concretizzato tutte le mie aspirazioni, tutti i miei desideri: finalmente posso gridare ai quattro venti che ho una nipote "alletterata", una nipote che entrerà nell'eternità della letteratura italiana! Non esagero, carissima, ma, quando ho letto i racconti del tuo "Napoli di ieri", quando mi son reso conto della forza espressiva da te riversata in questi scritti; quando ho preso coscienza, leggendo, delle tue dotti citazioni di poeti classici latini, italiani e dialettali, seminate "cum granu salis" e con proprietà di linguaggio, allora ho vieppiù confermata la mia convinzione che stavo percorrendo con la vista tutto un cammino invidiabile, da te percorso formidabilmente e con somma maestrìa, nella nostra letteratura. I moti del mio animo sono stati diversi per intensità e qualità: emozioni, sorrisi, rimpianti, ricordi, tutte foglie che si staccano da quest'annosa quercia, ormai ridotta ad un alberello rinsecchito e carente di linfa vitale. Ma oggi la vita sei tu ed io ti prego di propinarmi sempre il cibo della tua anima sensibile e còlta, sicchè io possa nutrirmi ed abbeverarmi alla tua sapienza e sentirmi scosso e vivo! Profittando del mio pensionamento, ora io impiego il mio residuo tempo allo studio delle origini della lingua italiana e mi diletto, nel contempo, in letture di storia e di poesie napoletane.A proposito di storia di Napoli e della napoletanità cerca di acquistare la "Storia di Napoli" di Acton e quella dei Borboni, sempre di Acton, nonché "La Poesia Dialettale Napoletana" di Enrico Malato. Sono letture indispensabili per chi vuol tenere, come te, sempre viva l'immagine di una Napoli, capitale politica e morale degli italiani!
Ti stringo forte al mio petto e ti sono grato per ciò che mi hai donato!

                                                                 Zio Vittorio

 

 

 


 

 

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